Mi trovavo in un appartamento
al terzo o al quarto piano di una vecchia casa con 6-7 persone di razza
ebraica, negli anni '40.
Si era sparsa la voce che ci poteva essere una retata.
Tutti andavano da una stanza all'altra, dicendosi l'un l'altro che
bisognava prendere gli oggetti di valore e allontanarsi al piu' presto.
Io non mi sentivo coinvolto e avevo un ruolo come da spettatore, anche
se non da estraneo.
Ad un tratto una donna sui 45 anni robusta, di media statura, capelli
nerissimi disse che bisognava aprire la valigetta dell'architetto, che
conteneva l'oro. Un uomo anziano coi baffi si oppose dicendo che dentro
c'erano solo carte, piani e progetti vari. Ma la donna dai capelli neri,
aiutata da una vecchietta, ando' in un'altra stanza e forzo' la
serratura della valigia. Dentro c'erano molte scatolette trasparenti
contenenti dei rosari di colore violaceo profumati alla rosa. Ne mise in
mano 3 a ciascuno dei presenti, dicendo che erano di valore.
A quel punto si apri' la porta d'ingresso ed entro' l'architetto, un bel
giovanotto alto e robusto, con le braccia cariche di grappoli d'uva
dagli acini grossi e violacei. Senza preoccuparsi della valigetta
forzata, disse di gettare via le scatolette con le corone e di prendere
l'uva. Mise 3 grappoli sulle mani di ciascuno e incito' tutti a
scappare.
Scendendo di corsa giu' per le scale, alcuni grappoli cadevano e quelli
che si fermavano per raccoglierli ostacolavano la discesa degli altri.
L'agitazione e il panico aumentavano e cosi' mi sono svegliato.
P.S. Nel pomeriggio, dopo che
avevo appuntato il sogno, un fornitore di oggetti religiosi mi ha
portato, senza che gliela avessi ordinata, una scatola da 45 rosari di
"petali di rosa" color viola e mi ha messo sul bancone tre file di
cinque gruppi di tre rosari ciascuna (3x3x5) che, ovviamente, ho
acquistato. Nei gg. precedenti avevo visto in TV il principino
d'Inghilterra che si e' dovuto scusare per essersi mascherato da S.S. ad
una festa. - il 20/01/2005 ci sara' la commemorazione dell'Olocausto.
Sogno Vincenzo -
interpretazione di Franca
Se si puo' fare un parallelo
tra la rinascita in un corpo materiale per un'anima che viene cosi'
imprigionata e la cattura nei campi nazisti per un ebreo libero, direi
che il secondo sogno di Vincenzo, seguito del primo, puo' offrire molti
spunti di riflessione sul tema della "Salvezza".
Mi trovavo in un appartamento al terzo o al quarto piano di una
vecchia casa con 6-7 persone di razza ebraica, negli anni '40. Data
la conoscenza dell'Albero cabalistico del sognatore, e' facile vedere
nella vecchia casa il glifo con i relativi livelli di coscienza. Alla
fine del terzo piano e in contatto col Quarto c'e' il centro Daatico
della Coscienza, le 6-7 persone corrispondendo alle Sephiroth dei tre
piani inferiori; esse sono di razza ebraica, perche' Israele coincide
con Daath, l'Io Sono, il Cristo; il numero 40 e' il numero
dell'Archetipo della Morte (relativo alla lettera mem) e quindi un
chiaro riferimento all'Olocausto.
La retata corrisponde alla cattura: nel gran mare dell'Esistenza
essere costretti in un corpo fisico, e' lo stesso che finire nella rete
del pescatore per un pesce: portera' alla inevitabile perdita della
liberta' e poi alla morte.
Tutti andavano da una stanza all'altra, dicendosi l'un l'altro che
bisognava prendere gli oggetti di valore e allontanarsi al piu' presto.
Le stanze ricordano quelle del Castello di S. Teresa, le persone
coincidono con i "Luoghi" da cui bisogna allontanarsi con quanto
di "prezioso" si e' riusciti ad acquistare o conquistare nel tempo.
Io non mi sentivo coinvolto e avevo un ruolo ...Il sognatore si
vede nel ruolo del Testimone, ruolo di distacco e di studio, ma egli
certo non e' estraneo al suo Albero!
Ad un tratto una donna sui 45 anni robusta, di media statura, capelli
nerissimi... : la "donna" e' la componente astrale, sentimentale del
sognatore e qui e' caratterizzata dal "45" numero relativo al
"40", di cui gia' abbiamo detto sopra e al "5", numero della Sephirah
Geburah (Forza) e dell'Archetipo dell'Iniziato; i suoi capelli
nerissimi la rendono vera "femmina oscura", percio' pericolosa e
inquietante ...disse che bisognava aprire la valigetta
dell'architetto, che conteneva l'oro: infatti essa propone al gruppo
un'azione irregolare, una violazione della proprieta' altrui: la
valigetta dell'architetto: la valigia rappresenta "il
bagaglio" di esperienze che ci permette di cambiare d'abito, ma qui e'
dell'architetto, personaggio che nel linguaggio massonico
rappresenta la parte piu' spirituale dell'individuo, in relazione al Se',
Grande Architetto; la valigetta e' quindi in relazione con la
possibilita' della rinascita (cambio d'abito).
Un uomo anziano coi baffi si oppose dicendo che dentro c'erano solo
carte, piani e progetti vari. L'"uomo" e' la componente mentale,
razionale del sognatore ed e' caratterizzata dai"baffi" barriera
tra alto (cervello) e basso (bocca, cuore), quindi l'uomo e' in
contrasto con la donna, infatti si oppose: la ragione contrasta
il sentimento; inoltre entrambi "credono" di sapere quello che c'e'
nella valigetta dell'architetto ma non lo sanno. Una dice oro,
l'altro dice carte, piani, progetti ecc.: L'una e' rivolta al
valore di cio' che e' passato, l'altro a quello di cio' che e' futuro.
Ma la donna dai capelli neri, aiutata da una vecchietta, ando' in
un'altra stanza e forzo' la serratura della valigia. La
vecchietta e' la componente sentimentale "antica", quella che da'
forza alla donna dei capelli neri, infatti insieme, le due
"forzano" la serratura della valigia: e' un atto di violenza del
livello astrale sul livello intuitivo, riprovevole da un punto di vista
ortodosso, ma accettabile in un momento di grande pericolo e di urgente
"azione".
Dentro c'erano molte scatolette trasparenti contenenti dei rosari di
colore violaceo profumati alla rosa. Dunque dentro la valigetta non
c'e' ne' oro, ne' carte, piani o progetti ma
rosari di colore violaceo e profumati di rosa: il rosario e'
una rosa destinata alla preghiera, ma comprende la Croce, il Sacrificio;
il viola e' il colore della purificazione, e include la penitenza, la
rosa e' il fiore dell'Amore ma ha le spine. Questi rosari sono protetti
da scatolette trasparenti, sono ben conservati e quindi
importanti. Questi sono i "tesori" del Daath del sognatore. Ne mise
in mano 3 a ciascuno dei presenti, dicendo che erano di valore. La
donna, ancora una volta "agisce" e, a suo modo, distribuisce quello che
ha trovato nella valigetta, sicura che e' "cosa" di valore. Ogni
"persona", ogni sephirah, riceve 3 rosari per "salvarsi": il tre e' il
numero della Sephirah Daath, il numero dell'Archetipo dell'Imperatrice,
della Sapienza, della Perfezione.
A quel punto si apri' la porta d'ingresso ed entro' l'architetto, un
bel giovanotto alto e robusto, con le braccia cariche di grappoli d'uva
dagli acini grossi e violacei. L'aprirsi della porta d'ingresso
e l'entrata dell'architetto rappresentano la soluzione del
problema: come salvarsi dalla retata o dalla reincarnazione;
quando si spalanca una porta, vuol dire che le difficolta' si
appianano e la mente si apre alla "Comprensione". L' architetto
poi e', come abbiamo gia' detto, la prefigurazione del Se'. I
grappoli d'uva dagli acini grossi e violacei ricordano il sogno del
quale Giuseppe dette l'interpretazione al capo coppiere (Gn. 40, 9-12)
che fu reintegrato nel suo ufficio presso il Faraone, altra
prefigurazione del Se'; gli acini grossi e violacei sono il
frutto della Vite, simbolo del Cristo e producono il Vino, Sangue del
Cristo, "nuovo nettare della terra in cui sono ricomprese morte e
vita" (H. Schipperges - Il giardino della salute - Milano 1985 cit.
da H. Biedermann - Enciclopedia dei Simboli - Garzanti).
Senza preoccuparsi della valigetta forzata, disse di gettare via le
scatolette con le corone e di prendere l'uva. L'architetto
non si occupa della valigetta forzata, sorvola sulla scorrettezza
della "donna" e da' le disposizioni: gettare via le corone e
prendere l'uva: ora non sono piu' rosari ma corone (=
ornamenti, cerchi, monete, catene) che vanno gettati via e
sostituiti con l'uva . Mise 3 grappoli sulle mani di ciascuno
e incito' tutti a scappare. La Salvezza viene da 3 (ancora il
numero della Perfezione) grappoli d'uva e dalla "fuga": dall'Io
Sono nella Trinita' (Chokmah - Binah - Daath) e dal lasciare al piu'
presto quella vecchia casa, quello spazio-tempo, dove si rischia
la retata.
Scendendo di corsa giu' per le scale, alcuni grappoli cadevano e quelli
che si fermavano per raccoglierli ostacolavano la discesa degli altri:
nella momento della fuga (Predizione sugli ultimi tempi v. Mt. 24,
15-20) quando c'e' il pericolo della retata non si deve temere di
perdere qualcosa, anche se preziosa, volerla raccogliere
significherebbe ostacolare la Salvezza... e a questo punto il sogno
termina col "risveglio".
Il P.S. e' ovviamente una
concretizzazione del sogno stesso, un voler calare in Assiah, nel mondo
fisico, la realta' di Yetzirah, del mondo dei sogni. Sia nei "45
rosari di petalo di rosa" sia nella particolare disposizione di
questi sul banco-ne (che ricorda il "chiamare a testimoniare al
banco") ritroviamo da parte della componente sottile del sognatore
l'insistenza per irrompere nello stato di veglia e ricordargli la sua
importanza. Nell'associazione del sogno con le scuse del principino
d'Inghilterra mascherato da SS ritroviamo la richiesta di perdono da
parte del Tiphereth (principino) per i suoi errori, e nell'associazione
del sogno con la data del 20/01/2005 (2+1+2+5 = 10, numero del
Malkuth, e 20/01 data di nascita della madre del sognatore),
commemorazione dell'Olocausto, ritroviamo l'identificazione
dell' incarnazione, della nascita, con la Morte, e il Sacrificio.
Grazie. F.V. |