Sogno di ZOE - Agosto


Sono in Messico  da mia sorella, Angelina che nel sogno abita  qui. Io devo festeggiare il mio compleanno, preparo da mangiare della  carne allo  stile argentino, come faceva mia madre. Angelina apparecchia  dei  tavolini in terrazza per gli invitati, la terrazza ha il pavimento di pietra come i templi aztechi, in qualche angolo facciamo fatica ad essere in piedi perché esso  scende all’improvviso. E’ tutto preparato, ma gli invitati non arrivano. Certo,  dico  a mia  sorella, non conosco  nessuno, sono arrivata oggi. Non importa dice  Angelina, chiamerò i miei.

Grazie, Zoe

 

 

 

Interpretazione cabalistica

Messico= terra del sole, v. il culto solare dell’ Uomo-dio Quetzacoalt, serpente alato, paragonato al Cristo e per noi rapportabile alla sephirah Tiphereth (Sole), relativa al cuore e al fuoco del piano astrale Yetzirah; Angelina= piccolo angelo, messaggero di Dio, al femminile, piccola intuizione, piccola “Grazia”che, ospitata, “ospita”; giorno del compleanno da festeggiare: giorno della “nascita” o della rinascita, adatto per per elargire ad altri quello che si e’ raggiunto; preparare un banchetto per gli ospiti e offrire “carne” allo stile argentino= donare come risultato di una conquista sull’astrale (Yetzirah) il cui colore e’ l’argento, alla maniera della madre= (Geburah, la Forza, relativa a Marte), la carne che da’ “forza”  protezione e sicurezza.
La terrazza e’ la parte piu’ alta della “casa” che qui la sognatrice  identifica col “Tempio”, avente come base la “pietra”; ma il pavimento non e’ “piano”, e’ inclinato e crea problemi di stabilita’: infatti tutto e’ pronto, ma gli invitati , gli “altri” non arrivano... nell’albero cabalistico gli altri sono Terra, Luna, Mercurio, Venere, Giove, Saturno ...le altre Sephiroth che pure debbono essere “alimentate” per poter fiorire e svilupparsi.... e la sognatrice si giustifica: “non conosco nessuno, sono arrivata oggi”= sono all’inizio della ricerca spirituale, ma sara’ Angelina, la “Grazia” a risolvere la situazione e a fornire i commensali “giusti”.

Grazie. F. V.

 

 

Zoe2

La sognatrice deve operare una trasformazione alchemica dallo stadio dell’“argento”(Argentina), lunare, del sentimento e della ‘mente riflessa’, a quello dell’“oro”(Messico, templi e statue d’oro, aztechi), solare, della coscienza e del . Si tratta di una iniziazione, una rinascita (il compleanno). La sorella è Angelina – angela, “messaggera”, di questa trasmutazione. Zoe cucina la carne sulla terrazza di un ‘tempio’ – quindi adopera il crogiolo per agire sulla struttura vivente, la carne, la vita, la morte – alla maniera argentina, come la madre:  in tal modo dimostra la conoscenza dello stadio già acquisito, della tradizione religiosa e spirituale (la madre) delle origini. Tuttavia è difficile stare in piedi: avverte l’esigenza di autonomia interiore, non può contare più sui sostegni consueti e già noti. Non arrivano gli invitati, “non conosco nessuno, sono arrivata oggi”: ancora non conosce le forze, gli archetipi, le divinità del piano su cui è appena rinata; tuttavia li invita, li evoca, fa loro un’offerta di cibo; è un momento di attesa prolungata, ci si è aperti, ci si è rinnovati, ma ancora non sono arrivate le risposte alle domande fondamentali. Attraverso la messaggera del sogno - alter-ego della sognatrice che già abita la nuova dimensione e che può rappresentarne l’intuizione - è comunque possibile accogliere qualcosa della ulteriore realtà.

 

   

Interpretazione di Natale

La sognatrice  è argentina e vive in Italia. Parla molto bene l'italiano. E' un'artista. Il suo nome è Zoe, che vuol dire "vita". Da questo suo secondo sogno ricaviamo due messaggi. Il primo riguarda la sua condizione di 'straniero' ed il messaggio che ci invia: chiunque è costretto a vivere lontano dalla sua terra natia prova un senso di solitudine. Per quanto riesca a parlare la lingua (il che non è poco), per quanto contragga amicizie, ci si sente sempre estranei. Ma questo ‘abitare fuori’ dal proprio paese, fa si che dopo alcuni anni cominci a sentirsi estraneo anche al luogo di origine.
Un mio amico, dopo dieci anni di permanenza in Germania, tornato in Italia mi ha confidato: "lì non ho mai messo radici, ed ora che sono tornato mi sono accorto di non avere più radici nemmeno qui: sono come sospeso. Mentre parlo con te  non riesco più a sentire la nostra vecchia amicizia".  La stessa cosa sentivo io.   Il Messico del sogno di Zoe mi ricorda proprio questa strana sensazione di sospensione, di poca o nulla stabilità ("facciamo fatica ad essere in piedi perché il pavimento scende all'improvviso"). Tutto questo per quanto riguarda il primo messaggio. Il contenuto del secondo riguarda lo stato della sua ricerca. Zoe, nonostante sia ancora una straniera a se stessa (tutti noi lo siamo fino a che non ci risvegliamo) festeggia la sua essenza, la Vita che le ha dato l'opportunità di "essere" anziche "non essere". Simbolicamente si innanza, si eleva (va in Messico, verso nord e su una terrazza che ricorda un tempio atzeco) ed offre in sacrificio virtuale se stessa in un luogo che promette teofanie (manifestazioni del divino) perché 'ierofanico' (portatore del sacro). "Preparo da mangiare della carne allo stile argentino come faceva mia madre". Dietro questa frase si nasconde un momento particolare, quello in cui il ricercatore sacrifica il proprio corpo e i propri istinti, la propria animalita’ (ma non soffocandola, perché la funzione istintuale è utilissima come tutte le altre) per poter sviluppare veicoli più sottili (astromentale= psiche=anima). Lo fa Zoe, lo ha fatto sua madre, lo facciamo noi tutti. Anche chi si centra sulla sola propria animalità è costretto a farlo: la Vita gli pone innanzi problemi tali da costringerlo.
"E' tutto preparato ma gli invitati non arrivano". Quando si è pronti per il sacrificio, si è soli con se stessi: il forno è stato chiuso, il fuoco acceso. Siamo cibo a noi stessi, ed è proprio allora che nostra sorella Angelina (l'Angelo è aereo, sottile come l'anima) ci viene in aiuto e "chiamerà i suoi" , cioè si sveglierà dal lungo letargo e ci  (si) regalera i suoi frutti: nuovi sensi più sottili, raffinati, acuti, diversi.  Quando 'si va' in Messico e si sale sulla terrazza del tempio per il sacrificio di sé si è soli perché non  ci si trova nel noto (Argentina) o nell'acquisito (Italia), ed anche perché, divenendo faro di se stessi, si scaglia lo sguardo lontano per 'vedere' sin dove è possibile far posare la propria mente rinata. Si guarda oltre se stessi per scoprirsi in luoghi e in tempi non più remoti: tutto é qui, nella terrazza di questo tempio di consapevolezza che è il nostro corpo-mente finalmente conscio di non avere pareti. Peccato solo che, per ora, si faccia fatica a stare in piedi su questa terrazza. Ma è solo questione di tempo…

Grazie. N.M.

 

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